mercoledì 23 gennaio 2008

Sarà l'acqua.

Con il permesso che l'autore, Enrico Bertolino, mi ha gentilmente concesso, pubblico questo pezzo apparso su "Il Mattino" di questa estate in un estremo tentativo di riabilitare Napoli e parte della Campania dallo scempio, anche mediatico, fatto a questa regione dai politici campani, tutti, e dai soliti aguzzini e insaziabili sciacalli che coltivano progetti delinquenziali e per i quali non vi è obiettivo migliore che una vittima ormai debole e indifesa.
Uno scempio al quale porre rimedio ci vorranno anni e per il quale auguro , cristianamente parlando, ogni peggior male agli autori .




" Invitato all’apertura del Festival di Ravello da Mimmo De Masi, ho vissuto ancora una volta l’esperienza traumatizzante di partire la mattina da Milano e di trovarmi in piazza a Ravello all’ora dell’aperitivo.

Dopo quattro anni e dopo molteplici visite all’elegante vedetta della Costiera amalfitana, avrei dovuto essere preparato allo sbalzo ambientale, ovvero al salto dal piatto paesaggio della Padania al rigoglioso e profumato saliscendi delle strade ravellesi.

Eppure non mi abituo mai, e ogni volta mi stupisco di come, in una regione dove si parla di emergenza rifiuti, emergenza criminalità, emergenza lavoro, esista ancora un posto come Ravello dove l’emergenza più impellente adesso è quella di arrivare in tempo a Villa Rufolo prima che chiudano i cancelli ed inizi uno dei bellissimi concerti del festival.

Confesso candidamente che le prime volte non capivo come fosse possibile rallentare la vita, diminuire il passo e respirare sorridendo, il tutto sin dal valico di Chiunzi dove il sorbetto al limone dell’Ape parcheggiata al bivio sembra una pozione magica che cancella le ansie lombarde, le frette tipicamente milanesi spesso senza motivo.

Poi, dopo anni di frequentazioni, molto intense anche se poco assidue, mi sono accorto che la storia è la stessa del caffè napoletano.

Quando si arriva a Napoli e si beve il caffè, il milanese fa il suo inutile commento: «Eh sì, qui il caffè è un’altra cosa... sarà l’acqua»; idem quando si parla della pizza: «Il segreto è la pasta... eh sì, sarà l’acqua». Anche bevendo un bicchiere d’acqua verrebbe la voglia di dire: «Eh sì, l’acqua a Napoli è più buona, sarà l’acqua».

La stessa cosa accade in Costiera e soprattutto a Ravello. I limoni crescono come cedri del Libano perché nessuno gli fa fretta, così i paccheri e gli scialatielli sono così buoni perché cuociono senza l’angoscia di essere scolati troppo.

Altro che i quattro salti, questi in padella si adagiano ed aspettano i sapienti sughi di pesce.

E così le campane, che a Ravello suonano trascinando il suono per non mettere ansia.

Unica nevrosi un po’ lombardo austro-ungarica sono quei fuochi sparati di giorno, dove si sente il botto, si vede il fumo e la luminaria bisogna immaginarsela: come le discariche ed i poliziotti di quartiere, bisogna credere sulla fiducia che ci sono.

In tutto questo caos lento di sole, salite e discese, mare sullo sfondo e musica classica, il milanese, che corre sempre per non fermarsi a pensare almeno un minuto alla sua condizione, per un attimo si illude di essere padrone del suo tempo, di essere un uomo libero e affrancato dalla peggiore delle schiavitù: il senso di colpa per non aver lavorato sodo da dodici ore.

Ebbene, in quel momento vede i cancelli di Villa Rufolo che stanno chiudendo, privandolo così di un’altra tappa della sua vacanza a cottimo alla giapponese.

Ma i cancelli ormai sono chiusi e gli tocca restar fuori, in piazzetta davanti al Duomo, a riprovare un po’ del suo sano senso di colpa. Proprio in quel momento vede arrivare le nuvole incombenti di un temporale estivo ed i primi goccioloni abbattersi sul pubblico del concerto, rigorosamente all’aperto nello splendido scenario della costiera illuminata: e lì, seduto sotto il suo ombrellone, sorseggiando un aperitivo o un bel limoncello, vede la gente uscire e scappare dappertutto, pensando che se fosse capitato a Milano anche lui sarebbe stato come loro, correndo a cercare un portone o una triste fermata di autobus.

Ed invece è li seduto a pensare tra sé e sé: «Che bella la pioggia a Ravello, ma anche a Napoli e a Sorrento. Chissà come mai... Sarà l’acqua». Poi chiude gli occhi e si lascia addormentare dalla melodia delle gocce sul tendone.

lunedì 21 gennaio 2008

Uccelli per diabetici.

Desidero intanto dire, fin dall’inizio, che questo è un blog non monotematico per cui ogni argomento è bene accetto : da me che lo alimento ma anche da chi , chiunque ne abbia voglia, desideri inviare qualsiasi interessante news o commento.

Quindi oggi parliamo di politica ed il diabetico in oggetto è il nostro ministro, forse ancora per poco, o per pochissimo, Pecoraro Scanio.

Ho letto , perché ognuno di noi deve leggere tutto, questa mattina Il Giornale. Si, proprio Il Giornale di Silvio Berlusconi ed ho letto le porcate che questo Ministro della Repubblica ha combinato all’interno del Ministero dell’Ambiente e dell’Apat, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e del Territorio, dallo stesso Ministero controllato.

Erano tutte cose che già sapevo avendo privatamente a che fare con l’Agenzia e, devo dire, che il quotidiano di Arcore non ha nemmeno affondato troppo, ne’ calcato la mano, perché la situazione è ancor peggiore di quanto viene descritta nei fogli destrorsi del Cavaliere.

Si tratta di conflitti di interesse, di nomine, di controllori che sono controllati da loro stessi, e si omettono particolari riferiti a lavoratori che da un giorno all’altro non hanno ritrovato la loro scrivania e che hanno invece ritrovato le loro cose nei corridoi e via discorrendo (fin da subito non appena vinte le elezioni).

Uno di sinistra come me certe cose non le può tollerare. Ma ormai anche la sinistra non c’è più. Da Prodi ad Agnoletto ditemi voi una persona seria come e cosa potrebbe decidere. Dare il voto a certi personaggi solo per non far vincere la fazione opposta mi sembra quasi di delinquere io stesso.

Ma ritorniamo al diabetico : in un blog della nostra stessa famiglia (blogspot) un gruppo di intellettuali lo difende dai fatti dei rifiuti napoletani (
http://appellorifiuti.blogspot.com/ ) e, democraticamente, ti danno la possibilità di aderire personalmente senza però poter dire la tua inviando commenti, snaturando di fatto l’essenza propria di un blog.

Vi do anche l’indirizzo e-mail che è
appellorifiuti@gmail.com ed al quale invierò queste poche righe.

Dispiace, almeno a me dispiace, che i firmatari siano Dario Fo e Franca Rame, ad esempio, che ho sempre stimato molto, Rita Borsellino e , soprattutto, Giobbe Covatta e Edoardo Bennato.
Soprattutto perché oltre ad essere di sinistra sono napoletano e , ad oggi, i politici che hanno combinato questo disastro alla mia città non riceveranno mai il mio perdono.

Tutt’altro , spero vengano investiti tutti questi politici campani , e presto, da cumuli di immondizie e di mozzarelle alla diossina (fatevi raccontare anche questi particolari delle mozzarelle del casertano … Pecoraro sa ma non interviene, e noi mangiamo). Perché tutti sono responsabili : Bassolino e la Jervolino in primis, Pecoraro a ruota e Mastella perché no …. anche lui è campano se non sbaglio.

E poi gli altri, anche quelli che oggi sono all’opposizione ….. e che tempo fa dirigevano i lavori.

Nel frattempo questo documento ci parla di direttive europee che sono sacrosante …. riduzione dei rifiuti alla fonte e riciclaggio come materia …. cose inoppugnabili ma …. quando nel documento si sostiene poi che l’emergenza campana non si risolve con misure di emergenza io chiedo : bene, aspettiamo che in campania a) cambino i politici, b) cambi la mentalità, oltre alla possibilità di fare raccolta differenziata, c) probabilmente saremo morti tutti e non di cause naturali.

Per questo accuso il diabetico e tutti gli uccelli che gli ronzano intorno. E se Pecoraro ha deciso di metterlo a quel posto a tutti noi probabilmente sbaglia, il gay, e dichiarato, fino a prova contraria è lui (con tutta la stima e la simpatia che ho per i gay che considero persone eccezionali).

P.S. sembra che al ministero siano aumentati a dismisura i gay in posizioni di comando. Chissà se è vero !

sabato 5 gennaio 2008

Cinquanta, per il momento !