Un tifoso del Napoli non può non avere, sfogliare, leggere e custodire nel posto più bello della propria libreria “La grande storia del Napoli”, libro, si fa per dire, di un grande napoletano e giornalista : Mimmo Carratelli.
Si fa per dire perché, chiamarlo libro, è riduttivo.
In alcuni e specifici negozi della città vendono l’aria di Napoli. Un po’ per il gioco di chi la vende, un po’ per la passione di chi la compra (io ad esempio, emigrato in Roma, non potevo non possederla). Sta di fatto che l’aria non c’è, è una impressione, è una speranza, un credo.
L’aria.
La magia di un libro , meglio, tra le magie di un libro vi è l’aria che lo stesso produce durante lo sfogliare del suo lettore.
E’ sempre una dolcissima sensazione e, tralasciando per un attimo l’argomento dello scritto, differenzio l’effetto di questo respiro da una lettura praticata al mare ad una avvenuta in montagna e cosi via …. se d’inverno o d’estate, all’aperto o al chiuso.
Sfogliando il libro di Carratelli, ed è per questo che chiamarlo libro lo reputo riduttivo, ed io lo sfogliai, esattamente come Totò lo nacque, ho avvertito e respirato, sul serio, l’aria azzurra di Napoli.
Da tifoso, ex giornalista, fallito, pur se ancora in possesso del tesserino di pubblicista, e incompetente dichiarato della materia calcio sostengo che ogni aspirante del sapere, come me, dovrebbe possedere queste pagine e possederle come una moglie la notte del sabato , tra dolcezza e complicità, ed una amante, nei freddi pomeriggi dentro un auto, tra passione e voglia di trasgredire.
Come un kamasutra nel quale trovi ogni posizione dell’amore, anche quelle più strane, le pagine del grande giornalista napoletano sono dense di numeri, di cognizioni , di fatti … di ogni fatto.
Come il ricordo di una ragazza, giovane, quando tu stesso lo eri, la rilettura di quei momenti, di certi episodi, ora belli, ora dolorosi, vivono nei tabellini delle partite a risvegliare memorie di migliaia di napoletani , nel corso del tempo, allo stadio, i più fortunati, davanti al 90° minuto , i meno.
Personale ricordo.
Una delle mie prime partite al San Paolo è datato 28 aprile 1963.
A cinque anni , e lo ricordo, vidi non solo la sconfitta del mio Napoli ad opera del Modena, confronto diretto al fine di non retrocedere (fu per noi la serie B) , ma anche atti di vandalismo che portarono alla devastazione del terreno di gioco , porte abbattute e fuoco sugli spalti.
Fu il fuggi fuggi generale. Quello che non potevo ricordare è che quel giorno erano in corso le elezioni politiche che distolsero le forze di polizia dal servizio sportivo .
Terminò 0 a 2 a tavolino. Il risultato del campo è scritto nel saggio che custodisco, gelosamente, a casa.
Ecco, cosi può esser letto il libro del maestro Carratelli, per studiare e ricordare.
Ogni posizione è quella giusta, basta sfogliarlo, ogni pagina sembra un indumento che scivola e si allontana e che richiama l’altra pagina, l’altro indumento.
Ci sarebbe da sudare non fosse per quella brezza prodotta dalla pagina precedente.
Brezza di Napoli, e del Napoli.
Dimenticavo : prefazione di Antonio Ghirelli, già direttore di numerosi quotidiani, già capo ufficio stampa del Presidente Pertini.
Aria migliore di questa non sarebbe possibile .